Il DPR 462 01 nell’industria

Il 462/01 prevede che, con periodicità definita, il datore di lavoro effettui una corretta manutenzione e richieda a un Organismo Abilitato una verifica periodica dell’impianto elettrico, in riferimento a tutti i dispositivi atti a proteggere persone e cose dall’elettrocuzione e dalla fulminazione di origine atmosferica

 

Se vi dicessi che stiamo parlando di un obbligo legislativo nato nel lontano 1955 con il DPR 547! Non è uno scherzo, eppure ancora oggi ci sono molte realtà che non rispettano una richiesta legislativa nata per tutelare i luoghi di lavoro e tutte le persone che a vario titolo si trovano ad operare al loro interno!

 

Per i primi quasi 50 anni l’obbligo, seppur cadente in capo al datore di lavoro, veniva “rispettato” con la semplice richiesta di denuncia dell’impianto di terra inviata agli organi competenti con l’invio del modello corrispondente (trattasi di impianti di protezione scariche atmosferiche, impianti di terra in bassa, media e alta tensione, e impianti ATEX). Dopo l’entrata in vigore del DPR 462 del 2001, invece, con l’introduzione di soggetti privati a cui il datore di lavoro può richiedere l’attività di verifica, la responsabilità rimane esclusivamente e totalmente in capo al datore di lavoro, compresi eventuali ritardi rispetto alla data di scadenza. Nulla e nessuno può “tutelarlo” in caso di ispezione o infortunio qualora non esista un verbale di verifica dell’impianto di terra.

 

Ma ancora una volta vorrei affermare quanto segue: la verifica dell’impianto di terra non deve essere fatta per poter ottenere in cambio un verbale da esibire agli organi competenti in caso di controllo, bensì deve essere fatta per tutelare il luogo di lavoro e quanti si trovano ad operare al proprio interno in quanto segno di civiltà e responsabilità nei loro confronti. Una tutela verso quelle persone che fanno grandi un’azienda. Cambiamo l’approccio! Cosa fare allora?

 

Denuncia dell’impianto di terra attraverso l’invio della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico agli organi competenti. Non c’è la dichiarazione di conformità? Incaricare un progettista (o installatore a seconda dei casi) per la redazione della dichiarazione di rispondenza nel caso in cui l’impianto è stato realizzato prima del 27 marzo 2008. Una volta eseguiti eventuali lavori elettrici di adeguamento, invio della dichiarazione di rispondenza agli organi competenti per la denuncia dell’impianto di terra.
Successivamente, inserire l’impianto elettrico in un ciclo periodico di manutenzione sulla base di un contratto specifico e compilazione del registro dei controlli manutentivi da parte dell’elettricista o progettista (art. 86 D.Lgs 81/08) secondo indicazioni condivisi con il datore di lavoro.

 

Incarico di verifica dell’impianto elettrico/protezione scariche atmosferiche/ATEX ad un Organismo Abilitato o Ente Pubblico con periodicità biennale o quinquennale a seconda della tipologia di impianto e di luogo di installazione. Solo nel caso di impianto elettrico installato in luoghi con pericolo di esplosione, la prima verifica (omologazione dell’impianto) deve essere fatta dall’ente pubblico. Tutte le altre invece possono essere fatte da enti abilitati.

 

Esecuzione di eventuali lavori di adeguamento e/o miglioramento da parte di personale abilitato per mantenere efficiente l’impianto elettrico, ricordando sempre di verbalizzare qualsiasi attività tecnica venga svolta.
Poche cose, chiare e precise. Altro non v’è da fare per mantenere sicuro un impianto che favorisce il funzionamento in sicurezza di tutta la struttura aziendale e del ciclo produttivo.

 

Samuele Friso